Il ruolo dei meccanismi infiammatori nella generazione di crisi epilettiche
Autore: dott.ssa Gabriela Constantin
L’epilessia è una patologia neurologica diffusa che colpisce circa l’uno per cento della popolazione mondiale ed e’ caratterizzata da crisi epilettiche spontanee e ricorrenti. I meccanismi responsabili della patogenesi dell’epilessia, a tutt’oggi, non sono stati chiariti. Tuttavia, e’ noto che pazienti con patologie infiammatorie cerebrali come per esempio infezioni, traumi, sclerosi multipla, malattie vascolari possono sviluppare nel tempo epilessia.
Negli ultimi anni evidenze indirette hanno suggerito un ruolo dell’infiammazione nella patogenesi dell’epilessia. Tuttavia mancava una chiara dimostrazione che meccanismi infiammatori potessero essere decisivi nella generazione delle crisi epilettiche.
Recentemente, risultati scientifici ottenuti in Italia dimostrano che il sistema immunitario e le sue reazioni di tipo infiammatrio contribuiscono alla generazione di crisi epilettiche. La ricerca e’ stata svolta presso l’Università degli Studi di Verona dal gruppo diretto dalla dott.ssa Gabriela Constantin, professore aggregato della sezione di Patologia Generale del dipartimento di Patologia e dal gruppo diretto dal dott. Paolo Fabene, professore aggregato della sezione di Anatomia Umana del dipartimento di Scienze Morfologico-Biomediche.
I due gruppi di ricerca hanno svolto uno studio interdisciplinare mettendo assieme expertise decennale in neuroinfiammazione, immunologia e modelli pre-clinici di epilessia. La ricerca, durata quattro anni, è stata pubblicata il 4 dicembre 2008 sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature Medicine. Attraverso l’utilizzo di ricerche pre-cliniche e su evidenze ottenute dallo studio post-mortem di pazienti epilettici la ricerca veronese ha dimostrato che nella genesi dell’epilessia entra in gioco non solo un’attività elettrica in eccesso dei neuroni, ma anche un processo di tipo infiammatorio che coinvolge i globuli bianchi del sangue.
La scoperta veronese dimostra che nelle crisi epilettiche sono coinvolte non solo le principali cellule nervose, i neuroni, ma anche i globuli bianchi, chiamati leucociti. I leucociti sono cellule che normalmente circolano nel sangue. Tuttavia, durante processi infiammatori come ad esempio le infezioni, i leucociti aderiscono alla parete dei vasi sanguigni e vengono successivamente estratti dal sangue ed accumulati nei tessuti infiammati.
La nuova scoperta nel campo dell’epilessia dimostra che l’iperattivita’ dei neuroni durante una crisi epilettica induce fenomeni tipicamente infiammatori caratterizzati dall’adesione dei leucociti alle cellule che rivestono la parete interna dei vasi sanguigni, le cosiddette cellule endoteliali. L’adesione dei leucociti alle cellule endoteliali ha effetti negativi in quanto causa una parziale apertura della barriera emato-encefalica, una struttura che impedisce la penetrazione nel tessuto cerebrale di alcune proteine del sangue, come l’albumina, che possono danneggiare i neuroni.
Dallo studio veronese è emerso che il blocco dell’interazione adesiva tra globuli bianchi e cellule endoteliali può prevenire l’apertura della barriera emato-encefalica e quindi i danni ai neuroni responsabili dell’evento convulsivo. Per impedire l’adesione dei leucociti e quindi il verificarsi della crisi, sono stati effettuati studi pre-clinici usando farmaci in grado di bloccare le molecole di adesione, che sono gia’ stati testati nell’uomo per altre patologie infiammatorie. L’inibizione di tale processo di adesione endotelio-leucociti ha portato ad una drastica riduzione delle crisi ricorrenti spontanee negli studi pre-clinici effettuati a Verona.
La nuova scoperta italiana è importante in primo luogo per la possibilita’ di trattare in futuro pazienti con epilessia di diverse forme e cause. Inoltre questa ricerca ha dimostrato che la terapia anti-adesiva potrebbe essere utile anche per la prevenzione dell’epilessia che si verifica in seguito a patologie infiammatorie cerebrali come per esempio, traumi, infezioni e malattie vascolari. I dati ottenuti dai ricercatori veronesi dimostrano che meccanismi infiammatori partecipano all’induzione delle crisi epilettiche e che la somministrazione prima della crisi epilettica di farmaci atti a bloccare questi meccanismi di adesione dei leucociti ai vasi cerebrali porta ad un blocco della malattia.
La terapia basata sul blocco delle molecole di adesione, per ora in fase sperimentale, apre diverse prospettive di prevenzione e di cura dell’epilessia. Un particolare interesse e’ rappresentato dall’utilizzo umano per la cura dell’epilessia di nuovi farmaci come Natalizumab (Tysabri) e Efalizumab (Raptiva) utili a bloccare l’interazione adesiva tra leucociti e cellule endoteliali. Questi farmaci sono attualmente impiegati per il trattamento di altre malattie infiammatorie croniche come la sclerosi multipla, il morbo di Crohn e la psoriasi. Inoltre, intervenendo su alcuni dei meccanismi infiammatori all’origine della malattia, la terapia anti-adesiva potrebbe, nel futuro, diminuire le probabilità che un cervello diventi epilettico.
La prosecuzione della ricerca sul ruolo dell’infiammazione in epilessia e’ in corso. I due gruppi veronesi stanno lavorando all’identificazione di nuovi meccanismi infiammatori nell’induzione delle crisi epilettiche e stanno testando altri farmaci anti-infiammatori in modelli sperimentali di epilessia.